giovedì 11 dicembre 2008

Mi presento

Mi chiamo Paolo Mancini, vivo a Roma, sono ex Professore di Matematica e Fisica e da circa venticinque anni mi dedico al Terzo Settore, allo studio delle sue problematiche e fattibilità attraverso elaborazioni di project management.
Ho viaggiato e soggiornato in molte parti del mondo e le mie competenze spaziano dalla medicina “non convenzionale” alla filosofia Reiki e a tutto ciò che può essere compreso nel cosiddetto Terzo Settore con estensione alle cooperative sociali ed alle ONG.
Condivido i principi generali del programma , l’inno e lo slogan di Nova / Italia Partito On-Line ed è per questo che mi candido.
Vorrei apportare un mio particolare contributo al superamento della crisi del sistema democratico:di seguito, indico un modello di sviluppo organico tra le parti sociali che si ispira alla concezione medico antroposofica.

Il nuovo in politica: la concezione medica antroposofica e la tripartizione dell’organismo sociale come metafora terapeutica del sistema politico

Nel guazzabuglio dell’attuale situazione politica italiana potrebbe essere utile far conoscere alcune idee, finora escluse dal dibattito culturale, per un’effettiva riforma e un migliore funzionamento del servizio sanitario, della società e dello Stato.
L’inserimento istituzionale delle medicine complementari (cinese, omeopatica, antroposofica, ecc.) farebbe risparmiare ingenti risorse economiche, migliorerebbe in molti casi la qualità delle prestazioni e potrebbe creare nuovi posti di lavoro. La necessità di una tale apertura si deduce, altrochè dall’indicazione dell’OMS, anche dalla continua espansione dell’utenza, dalla proliferazione degli operatori e, soprattutto, dal fallimento della sanità gestita dallo Stato.
Nelle medicine tradizionali, la visione del mondo è olistico-organicista, con una logica polivalente e circolare. La medicina ufficiale utilizzando invece la logica binaria e lineare del metodo scientifico, è costretta a restare su posizioni materialistiche/riduzioniste. Tale logica, che ragione in termini di “si/no” è applicabile solo a pochi casi nel processo della malattia esistono molte condizioni intermedie prima della fine.
Il metodo matematico-scientifico, sul quale poggia anche la ricerca farmaceutica, è basato su una logica dualistica e binaria; pur riconoscendone i successi in campo tecnologico, esso è tuttavia incapace di comprendere l’essere umano e la complessità dell’organismo sociale: per un sistema ad altissimo contenuto di informazione (uomo/società/ambiente) sono necessarie logiche non binarie ed altri metodi di ricerca come, per esempio, quello inaugurato da J.W. Goethe per l’osservazione della pianta. Il problema del metodo è inscindibile da quello del problema da risolvere: il metodo scientifico, che dà solo una descrizione astratta e quantitativa della realtà, è valido solo per il mondo inorganico-minerale.
L’errore del moderno pensiero politico, inconsapevolmente condizionato dal logicismo scientifico, è quello di ragionare utilizzando concetti bipolari del tipo “conservatore/progressista”. In matematica la logica binaria (vero/falso) ha portato alle famose antinomie logiche e al conseguente programma di formalizzazione di Hilbert; in filosofia porta ai paradossi della meccanica quantistica e all’insolubilità del problema dell’interazione fra tre corpi. Il programma di Hilbert, come tutti quelli dualistici, miseramente fallì.
In democrazia la logica bipolare porta alla costante lotta dei due opposti, senza soluzione di continuità, e al dominio della maggioranza sulle minoranze: i programmi politici, risultando un miscuglio caotico delle istanze dell’una e dell’altra posizione, saranno poi sempre destinati a fallire, provocando, però, patologie sociali iatogene, quelle che sono causate nell’uomo dall’abuso e dall’effetto collaterale dei farmaci.
Anche la società, come ogni persona, è portata ad ammalarsi; le patologie sociali sono causate dalle troppe leggi vigenti, emanate in sostituzione della mancanza di una struttura sociale adeguata alla vita della società nel suo complesso funzionamento.
Le patologie sociali possono essere curate e prevenute solo da un pensiero politico che, partendo dalla realtà fenomenica dell’essere umano, concepisca un modello di struttura capace di mantenere in armonia, come nell’uomo sano, le attività degli organi e dei sistemi sociali: gli ingredienti ci sarebbero già tutti, basta metterli in una forma nuova.
La formulazione di un tale modello è stata fatta da Rudolf Steiner ne “ I punti essenziali della questione sociale”, ed è conosciuta come “Triarcolazione dell’Organismo Sociale”. Le idee di questo autore, per una struttura tribolare della società umana che permetta lo sviluppo armonico di tutti gli uomini con tutte le loro facoltà, oggi sono più attuali che mai, vista la mancanza di prospettive in cui ci troviamo.
La Triarticolazione considera: 1) la parte spirituale-intellettuale (cultura-educazione) come vita del pensiero (nell’uomo: testa e sistema nervoso); 2) la parte giuridico-amministrativa (lo Stato) come vita animica del sentimento (tronco); 3) la parte economico-produttiva come vita corporale della volontà (stomaco e arti).
Queste tre parti debbono essere indipendenti nelle loro attività per la peculiarità dei principi su cui si fondano: libertà nel pensare, uguaglianza nel diritto e solidarietà nell’economia, ma debbono collaborare e fecondarsi a vicenda per reciproca convenienza. In caso contrario si manifesteranno le varie patologie sociali, secondo la combinazione delle interferenze.
La Triarticolazione richiede che lo Stato ritiri la propria influenza sia dalla sfera economica e sia da quella culturale. Lo stesso dovrà fare l’economia rispetto allo Stato e alla sfera intellettuale; quest’ultima non dovrà più influenzare ideologicamente la forma dello Stato e dell’economia.
Della vita economico-produttiva saranno allora parte solo i diretti interessati: imprenditori, distributori, sindacati dei lavoratori e dei consumatori, che potranno risolvere le controversie su basi associative senza interferenze esterne.
La sfera spirituale ( l’arte, la religione, la scienza, l’istruzione e la magistratura) potrà adempiere il suo compito nel modo migliore solo se liberata da influenze ideologiche e statali. Per la propria economia essa dovrà darsi un’amministrazione autonoma, come già le altre due sfere: questo è il fattore mancante alle moderne democrazie, il terzo polo o la terza via. Nella società essa rappresenta quello che l’uomo fa il sistema neuro-endocrino-immunologico, e cioè la difesa dai batteri e dai virus patogeni. Solo con il suo reale funzionamento potrà essere garantita la qualità dei servizi essenziali come l’istruzione, la sanità, la ricerca scientifica e la valorizzazione del patrimonio artistico culturale. Ad essa va affidata la sorveglianza di tutte quelle situazioni in cui non deve prevalere l’egoismo di una sola parte: è il pensiero, come capacità di scelta intelligente, che infatti deve dirigere la sfera della volontà (economica) e controllare l’imparzialità dello Stato, la vita del sentimento.
Lo Stato, che è la sfera centrale e la parte esecutiva, legislativa e politica, ritornerebbe così nel proprio ambito come attività di amministrazione sulla base di una giurisprudenza nuova, quella necessaria alla Triarticolazione. Esso verrebbe regolato democraticamente da un parlamento elettivo; qualsiasi sistema elettorale andrebbe bene una volta stabilita costituzionalmente l’autonomia del terzo polo. La sua funzione essenziale sarebbe quella di garantire in modo funzionale la vita delle altre due sfere, così come fa nell’essere umano il sistema linfatico-sanguigno.
Con la Triarticolazione si risolverebbe il conflitto “liberalismo/solidarismo”: la sfera intellettuale, infatti, da una parte controllerebbe l’economia dei sistemi di produzione e la qualità dei beni di consumo mentre dall’altra deciderebbe sull’equa redistribuzione delle ricchezze. Con la gestione statale la solidarietà finisce in finzione nell’assistenza e in distruzione delle risorse, alla cui formazione, però ha contribuito tutto l’organismo sociale. Perciò va gestita con efficienza, eliminando gli sperperi, i profittatori e le persone incapaci. Un errore molto grave è quello di pensare che gli uomini siano uguali in tutte e tre le sfere: questo è vero solo nella sfera del diritto (imparzialità del sentimento) e non certo in quella del pensiero o della volontà.
L’ecologia ha messo in luce il legame “uomo/ambiente”: la Triarticolazione lo fa per il sistema “uomo/società”. In essa ciascuno avrebbe la possibilità di migliorare la posizione economica e sociale a secondo le proprie capacità e l’impegno. Fondata su una logica trivalente e circolare, essa darebbe all’Italia un grande vantaggio competitivo perché libererebbe costantemente quelle energie creative umane necessarie al cambiamento, all’innovazione e alla concorrenza internazionale. Sviluppata da una pedagogia come quella steineriana, già sperimentata nelle scuole “Waldorf”, essa fornirebbe ad ogni persona i mezzi intellettuali e pratici per potersi dirigere autonomamente nella società, secondo i propri impulsi più profondi, e perciò educa alla realizzazione dei più alti valori umani, quelli già enunciati due secoli fa ma finora incompresi a causa dei diversi livelli e sfere di riferimento: libertà dell’anima, uguaglianza nello spirito e fratellanza nel corpo.